È chiaro che per un bar la scelta della macchina per caffè espresso rappresenta uno di quei passaggi essenziali. In buona sostanza si può dire che la scelta ricade tra la macchina a leva e quella automatica. Le quali di suddividono a loro volta tra modelli super automatici e modelli automatici.
Ovviamente ci sono due aspetti principali di cui tenere conto: la prestazione e la presenza scenica, il ruolo nell’arredo.
Le macchine da caffè professionali possono essere scelte andando a privilegiare la prestazione oppure la bellezza.
Nel primo caso si considera più importante l’elevato numero di caffè espressi che si prevede realizzare. E nel timore di non riuscire a soddisfare la richiesta, si sceglie un macchinario che essendo automatico ha un ritmo di estrazione ovviamente più veloce della macchina a leva.
Le macchine da caffé a leva infatti sono più lente nel loro utilizzo, perché ogni volta è necessario preparare il porta filtro e abbassare la leva.
Quindi scegliere un modello automatico vuol dire puntare sulla velocità di esecuzione.
Dovendo però essere precisi bisogna anche dire che le macchine automatiche, rispetto alle macchine a leva, sono anche soggette a altri tipi di guasti.
Perciò se è certamente vero che i modelli automatici consentono di avere un ritmo di preparazione molto più alto, è anche vero che sono macchine più complesse e si guastano molto di più.
Le macchine a leva hanno una meccanica essenziale.
La macchina a leva ha una meccanica essenziale, semplice ed evoluta nel corso di più di un secolo e mezzo.
I modelli più moderni invece hanno al loro interno molte aggiunte di natura tecnologica che di fatti vanno a complicare il suo interno.
Un guasto elettronico per esempio, difficilmente può capitare quando si utilizza una macchina da caffè a leva.
Quindi è chiaro che nel momento in cui si deve fare questo scelta, è un argomento di attenta valutazione quello di inserire una macchina da caffé a leva per un bar.
Le sue linee, rispetto a quelle delle macchine automatiche, sono più vintage e classiche. I profili sono più asciutti ed essenziali, le forme più solide e classiche.

L’altro aspetto fondamentale per un bar è la bellezza, il design, l’arredo.
Un bar non è solo un luogo dove fermarsi per un caffè. Per noi italiani il bar è una sorta di estensione della nostra abitazione. Ognuno di noi ha un bar preferito, con il suo barista di fiducia che padroneggia la macchina del caffè per farci il nostro caffè preferito.
I modelli sono più affascinanti
La macchina a leva come la conosciamo oggi rappresenta lo sviluppo organico dei primi modelli di fine Ottocento. La gestualità e la ritualità di azioni che appartengono all’immaginario classico. È chiaro che il cliente del bar ha la percezione di bere il vero espresso a regola d’arte. È uno di quei casi in cui si può parlare di esperienza del consumo di un prodotto.
Riguardo alla macchina da caffé a leva per un bar bisogna anche tenere conto del fattore stanchezza. Essendo un macchinario che si basa per l’estrazione del caffè sull’azione manuale della leva per esercitare la pressione sul caffè.
Ed è altrettanto chiaro che invece una macchina automatica che richiede solo l’impegno della pressione di un tasto è più adatta a chi vuole evitare ogni fatica.
La manutenzione cambia tanto tra i diversi modelli.
Cosa cambia a livello di pulizia tra le diverse scelte di macchina per preparare l’espresso?
Nel caso della macchina manuale, il barista deve, ogni volta prima di preparare un nuovo espresso, far spurgare una piccola quantità di acqua calda che ripulisce i condotti.

Ciò significa che questo tipo di macchinario è implicitamente più pulito, quindi a livello di manutenzione richiede leggermente meno impegno.
Questo fattore influisce anche sulla qualità dell’espresso: il sapore varia di meno dopo un lungo utilizzo.
Modelli manuali: varia la pressione esercitata.
Un altro aspetto positivo della macchina a leva riguarda il profilo di pressione esercitato. I modelli automatici ovviamente hanno una pressione costante, mentre quelli manuali invece no. Per loro natura, dipendendo dal gesto di un barista, la pressione varia. Questo fa sì che nella parte iniziale dell’estrazione la pressione arrivi ad un livello leggermente più alto. Il valore corretto sarebbe quello di 9 bar, e il fatto che nella fase iniziale sia leggermente più alto fa sì che il caffè perda l’amaro. Alcune delle sostanze che causano l’amaro non vanno ad influire come in quelle automatiche sul caffè espresso.
Il sapore dell’espresso con la macchina manuale varia.
Nonostante questo, bisogna dire che usare una macchina manuale per il caffè espresso comporta un’incostanza nel sapore delle diverse tazzine.
Ovviamente anche questo aspetto dipende ancora dal fatto che c’è la componente umana nel suo uso che è per sua natura incostante.
Un bar quindi deve valutare bene queste diverse variabili. Per esempio deve considerare l’abilità del personale che la userà. I modelli manuali sono semplici, ma richiedono pratica. I modelli automatici invece seno più complessi ma richiedono meno pratica.
Poi c’è l’estetica: I modelli manuali arredano con le loro forme classiche, quelli automatici hanno l’aria più futuristica. Va detto qui che il “futuristico” invecchia più velocemente che il “classico”, che in quanto tale non passa di moda.
Quello che invece non cambia sono le possibilità di preparazione: con entrambe le scelte si possono preparare più caffè, cappuccini o caffè lungo. Questa ultima categoria è assolutamente da non confondersi con il caffè americano, per il quale c’è tutt’altro metodo di estrazione.
I modelli manuali Pontevecchio sono la massima espressione del design con i richiami classici. Il loro funzionamento è frutto di passione artigianale che ne ha migliorato i dettagli in anni.
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Se la macchina manuale fa per il tuo bar, allora la sua migliore espressione è un modello Pontevecchio.