Tra i rituali più sacri della giornata, la pausa caffè si piazza senza alcun dubbio nelle prime posizioni. Del resto, parliamo di un vero e proprio momento ristoratore, che ci permette di staccare dal lavoro e concederci dieci minuti di relax in compagnia dei nostri colleghi, scambiando quattro chiacchiere e tirando un po’ il respiro.
Quello che consideri un diritto inalienabile, tuttavia, in realtà non lo è sempre stato. Smettere di lavorare per bere il caffè, fino al secolo scorso, era un’eventualità del tutto inconcepibile. Ci sono volute intere schiere di lavoratori che, a suon di scioperi, si sono guadagnati la possibilità di trascorrere dieci minuti al giorno in compagnia di una buona tazza di caffè.
Ma quali sono le origini di questa abitudine? Noi che c’intendiamo di caffè abbiamo svolto una piccola indagine, scoprendo che la storia della pausa caffè è il frutto di innumerevoli lotte condotte in varie parti del mondo. E in questo articolo te le racconteremo tutte.
Origini della pausa caffè
Quando si parla delle origini della pausa caffè, sono molte le aziende che si vantano di essere state tra le prime a concederla ai propri dipendenti. In realtà, la prima data certa associata a questo rituale è il 1901, anno in cui il milanese Luigi Bezzera inventò la prima macchina da caffè espresso.
Sembra infatti che l’intento fosse quello di far sì che i suoi dipendenti bevessero il caffè più in fretta, in modo tale che potessero tornare a lavorare il prima possibile. Se parliamo di pausa caffè così come la intendiamo oggi, invece, dobbiamo spostarci in America, per la precisione a Buffalo, città nello stato di New York.
Qui, infatti, ha sede l’azienda Barcalounger Company, che, all’epoca, era nota come Barcalo Manufacturing Company. Specializzata nella produzione di poltrone, a partire dal 1902 iniziò a concedere ai propri dipendenti 15 minuti giornalieri da dedicare al caffè, che potevano consumare a titolo completamente gratuito.
Letti secondo il tuo punto di vista, ossia quello di una persona che considera la pausa caffè un fatto talmente normale da rasentare il banale, storie di questo tipo appariranno del tutto assurde.
Ma devi sempre tenere a mente che le condizioni lavorative di quegli anni erano molto diverse da quelle odierne, e ciò che tu oggi dai giustamente per scontato, per i dipendenti di allora era un vero e proprio lusso. Le cose, tuttavia, stavano piano piano iniziando a cambiare.
Dopo la seconda guerra mondiale, infatti, negli uffici iniziarono a comparire i primi distributori automatici di caffè, sebbene l’espressione “pausa caffè” venne introdotta ufficialmente soltanto a partire dal 1952.
In quell’anno, infatti, una grande compagnia americana chiamata Pan-American Coffee Bureau decise d’investire nella produzione sudamericana di caffè, più precisamente quella della Colombia e del Brasile.
Il suo obiettivo divenne quindi quello di convincere i propri connazionali a bere il caffè prodotto in questi paesi, al punto da spendere la bellezza di 2 milioni di dollari in pubblicità radio e stampa che, al grido dello slogan “Give yourself a coffee-break – and get what coffee gives to you”, invitavano le persone a godersi questa squisita bevanda.
Bere caffè iniziò quindi a essere considerato un vero e proprio diritto tanto che, nel 1964, i membri dell’associazione United Auto Workers ottennero una pausa caffè da 12 minuti, dopo essersi rivolti alle principali industrie automobilistiche degli Stati Uniti, minacciando uno sciopero.
Come avrai sicuramente notato, tuttavia, i fatti che ti abbiamo narrato finora si riferiscono alla situazione lavorativa d’Oltreoceano. Ma come stavano le cose in Italia?
La pausa caffè in Italia
Gli anni Sessanta, nel nostro paese, sono noti per i numerosi scioperi portati avanti dai lavoratori. Il 1968, in particolare, è passato alla storia come l’anno delle contestazioni degli operai, che protestavano al fine di ottenere un trattamento più equo e maggiori diritti.
Tra questi, inutile specificarlo, figurava anche una pausa giornaliera per riprendersi dalle fatiche del lavoro, durante la quale ai dipendenti sarebbe stato concesso di bere un buon caffè. Pensa che, tra coloro che all’epoca s’impegnavano per spingere i vertici aziendali verso la concessione di tale diritto, ci fu una persona che arrivò perfino a citare Don Giovanni Bosco, il quale soleva ripetere: “Se sto troppo inginocchiato a pregare non penso più al Signore, ma al ginocchio che mi fa male!”.
Una citazione d’indubbio effetto, che focalizzava l’attenzione su una questione molto importante: la pausa caffè non rappresenta soltanto un diritto dei dipendenti, ma anche un vantaggio per i titolari.
All’epoca, del resto, ancora non si sapeva, ma oggi conosciamo tutti l’effetto della caffeina sui nostri livelli di attenzione e prontezza, motivo per cui la pausa caffè non serve soltanto a rilassarci, ma anche anche a ricaricarci e a farci lavorare ancora meglio.
Ad oggi, in Italia, la pausa caffè è sentita e vissuta a pieno in tutte le regioni. In Valle d’Aosta, il caffè viene gustato à la cognéntse, cioè servito nella tradizionale “grolla”, un simbolo di convivialità e di un’atmosfera rilassata e amichevole. In Campania, invece, il caffè deve essere servito estremamente caldo, mentre in Alto Adige si gusta il Parampampoli, una bevanda a base di caffè mescolata con grappa, vino, zucchero, miele, aromi e spezie, ideale per combattere i freddi inverni. In Sicilia, il tradizionale caffè freddo si trasforma in una deliziosa granita.
In questo modo, il caffè e la pausa caffè, diventano un emblema dell’identità di ogni regione.
Noi di Pontevecchio ce ne intendiamo!
Se desideri goderti una pausa caffè a regola d’arte, dovresti farlo con la macchina giusta. Scopri il modello più adatto a te!
Perché è importante la pausa caffè
L’idea di affrontare una giornata lavorativa senza la pausa caffè ti sembrerà del tutto impossibile. Questo è normale, per te rappresenta ormai un’abitudine più che consolidata, senza la quale ti sentiresti perso. Per quanto breve, infatti, la pausa caffè ti permette di ricaricarti e svagarti un po’, chiacchierando con i tuoi colleghi di argomenti leggeri e sfruttando quel tempo per socializzare con loro, migliorando così il clima di lavoro.
Ma non solo. Grazie alle conoscenze che abbiamo oggi, è ormai certo che l’assunzione della caffeina (in dosi moderate!) aumenta le nostre capacità cognitive: sia quelle legate alla semplice concentrazione, sia le capacità di problem solving, con la conseguenza di migliorare le nostre prestazioni lavorative.
Parimenti, il caffè ci aiuta anche a sentirci meno stanchi, mantenendoci svegli e attivi: due condizioni imprescindibile per svolgere bene il nostro lavoro, a maggior ragione se la notte precedente non abbiamo dormito bene (o non abbiamo dormito affatto).
L’utilità della pausa caffè è notevole soprattutto negli ambiti creativi. Lontani dall’ambiente di lavoro abituale, i dipendenti possono trovare nuove ispirazioni o soluzioni inaspettate ai problemi. La conversazione libera e informale con i colleghi può scatenare idee innovative, stimolando un pensiero laterale che difficilmente emerge in un contesto più strutturato e formale.
Ma la pausa caffè possiede anche un importante valore aggregativo, in quanto ci offre la possibilità di fare gruppo con i nostri colleghi, socializzando con loro e facendo squadra. Del resto, la capacità di lavorare in team rappresenta una skill imprescindibile di ogni posizione lavorativa e uno dei vantaggi della pausa caffè è proprio quello di valorizzare e allenare questa capacità.
La pausa caffè può anche migliorare il benessere fisico, poiché alzarsi dalla scrivania aiuta a contrastare gli effetti negativi della sedentarietà prolungata, come il mal di schiena o la tensione oculare causata dal fissare a lungo lo schermo del computer. Questi momenti di pausa aiutano, quindi, a mantenere una migliore postura e a promuovere una circolazione sanguigna più attiva.
In conclusione, possiamo quindi affermare che la pausa caffè riveste un valore davvero importante: non solo nel nostro paese, ma anche in molti altri, seppure con qualche leggera differenza.
Ad ogni cultura la sua pausa caffè
Fino a questo momento ti abbiamo parlato degli Stati Uniti e dell’Italia, sebbene la pausa caffè sia presente anche in molti altri paesi.
Ebbene, tanto per darti un’idea, citiamo pause del caffè particolarmente sentite: quella della Germania, dell’Etiopia, del Giappone, dell’Arabia e quella della Svezia.
I tedeschi sfruttano la kaffeeklatsch, come la definiscono loro, per chiacchierare dei fatti della giornata e scambiarsi qualche gustoso pettegolezzo. Gli svedesi, invece, non rinuncerebbero mai alla loro amatissima fika: un nome che pronunciato nella nostra lingua risulta un po’ ambiguo, ma che in Svezia serve invece a designare la pausa caffè. Un momento che gli svedesi si concedono ben due volte al giorno: sia al mattino che al pomeriggio.
L’Etiopia, invece, è riconosciuta come la culla della Coffea Arabica. Bere questa bevanda è una pratica quotidiana radicata, un vero e proprio rituale collettivo in cui i chicchi vengono prima tostati su fuoco, poi macinati e infine bolliti. Il caffè è servito in tazze vivacemente decorate, tipiche della cultura del posto.
In Giappone, invece, il caffè è considerato un lusso e viene trattato con cura e precisione. La selezione dei chicchi e la loro preparazione sono considerate un’arte, spesso esibita nei “siphon bars“, dove i baristi utilizzano tecniche sofisticate come il sifone, che sfrutta la pressione dell’aria per un’infusione delicata e aromatica.
Infine, nel mondo arabo, il caffè, noto come qahwa, simboleggia l’ospitalità. Tipicamente aromatizzato con spezie come il cardamomo, viene offerto agli ospiti come gesto di accoglienza.
Come puoi osservare tu stesso, pertanto, nonostante venga chiamata con nomi differenti, nel rispetto delle ovvie diversità linguistiche, la pausa caffè viene comunque ritenuta un diritto sacro e inviolabile, al quale nessuno riuscirebbe mai a rinunciare. Questo, naturalmente, dando per scontato che il caffè bevuto sia buono: un obiettivo che è possibile conseguire facilmente servendosi della giusta macchinetta.
Conclusione
Dopo quanto premesso è possibile aggiungere che l’Italia si classifica al settimo posto a livello globale per il consumo di caffè, con un totale annuo di 5,2 milioni di sacchi,
Un risultato a dir poco strabiliante!
Ogni giorno, gli italiani consumano circa 95 milioni di tazzine di caffè, con una media di 1,6 tazzine per persona. D’altronde, siamo anche il popolo più esigente quando si parla della qualità della macinatura.
Perché si sa, cosa sarebbe una pausa caffè senza un buon caffè? Quello che appare come uno scioglilingua nonsense, nonché come un fatto piuttosto scontato, in realtà non lo è per niente. Tutti i benefici della pausa caffè, per essere realmente tali, dipendono infatti dal sapore della bevanda che, a sua volta, dipende da come viene fatta.
La verità, è che se vuoi bere un buon caffè dovresti farlo con la macchina giusta: l’unica, vera alleata in grado di assicurarti il gusto forte ed energizzante di cui hai così disperatamente bisogno.
Noi che ci intendiamo di caffè siamo specializzati nelle macchine a leva, le uniche in grado di garantirti un caffè fatto come si deve. Non a caso, un vero bevitore di caffè non si accontenta certo di una macchinetta qualunque, esigendo solo il meglio per il proprio palato.
Dunque che cosa aspetti? Consulta il nostro catalogo e scopri la macchina da caffè più adatta a te.