L’avresti mai detto che il caffè fa bene al fegato? Se questa informazione ti giunge completamente nuova, stupendoti non poco, sappi che è perfettamente normale. Noi per primi, che c’intendiamo di caffè, quando lo abbiamo scoperto abbiamo reagito esattamente in questo modo, e il motivo di questo stupore generale è perfettamente comprensibile.
Per quanto berne almeno una tazza al giorno rappresenti una routine imprescindibile, il caffè non è esattamente nella top five delle bevande salutari, al punto che viene spesso accusato di provocare o aggravare numerosi disturbi, molti dei quali legati proprio all’apparato digerente.
D’altronde, non è certo un segreto che, nel momento in cui dovessi soffrire di gastrite o esofagite, la prima cosa che il medico ti vieterà di assumere sarà proprio il tuo adorato caffè. Ma tant’è: per la salute si fa questo e altro, no? E se ti dicessimo che bere il caffè potrebbe invece migliorarla?
Stando ad alcuni studi effettuati, infatti, sembrerebbe esserci una correlazione positiva tra la salute del fegato e il caffè. Andiamo quindi a scoprire insieme quanto c’è di vero in queste ricerche, partendo da una semplice domanda: bere caffè fa veramente bene al fegato?
Qual è la funzione del fegato e cosa può danneggiarlo
Il fegato svolge una funzione di spazzino all’interno del corpo. Quando le tossine da eliminare sono troppe, tuttavia, fatica a svolgere il suo lavoro, motivo per cui il corpo tende ad intossicarsi. Se il fegato non lo depura come dovrebbe, infatti, le sostanze tossiche rimangono in circolo, trasformandosi in una minaccia per l’organismo.
Ma cosa fa male al fegato? Quali sono i fattori che provocano il fegato grasso?
In genere le patologie epatiche sono causate da uno scorretto stile di vita e da una dieta ricca di grassi e zuccheri. A volte il fegato grasso si sviluppa accanto a condizioni come l’obesità, il diabete o l’ipertrigliceridemia.
Vediamo quali sono le cause più frequenti delle problematiche epatiche:
- stile di vita;
- consumo di alcolici;
- dieta ricca di cibi grassi e zuccheri;
- alimenti carichi di calorie;
- sovrappeso e obesità;
- pasti troppo abbondanti;
- cotture troppo lunghe;
- cibi troppo cotti e “abbrustoliti”;
- diabete di tipo 2;
- ipertrigliceridemia;
- perdita di peso per digiuni o diete repentine;
- malnutrizione.
Questi elencati rappresentano i fattori più comuni in grado di scatenare patologie a livello epatico. Purtroppo, ci sono casi di fegato grasso ancora in fase di analisi, poiché non presentano nessuna di queste condizioni. I pazienti che risultano affetti da queste patologie sono in genere di età media e risultano in sovrappeso.
Per prevenire l’affaticamento del fegato non sono disponibili terapie a base di farmaci, in quanto bisogna soprattutto intervenire sull’alimentazione e le cattive abitudini. Ecco quindi qualche piccola indicazione per rinforzare il fegato e stimolare la sua azione metabolica:
- Limita l’assunzione di grassi e cibi troppo calorici (salumi, formaggi, latticini);
- Evita di consumare gli zuccheri semplici e i cibi raffinati (dolci, cioccolata, riso e farine raffinate);
- Non bere succhi di frutta, bibite gassate e ricche di zuccheri;
- Non abusare con il consumo di alcolici;
- consuma yogurt e probiotici, oltre a verdure e frutta fresca.
Il rischio derivato dall’adozione di abitudini scorrette, infatti, è per l’appunto quello di sviluppare il già citato “fegato grasso”, una patologia che provoca una forte infiammazione, danneggiando le cellule epatiche e causando dolorose cicatrici. Ecco quali sono i sintomi del fegato grasso:
- debolezza;
- aumento delle transaminasi;
- alterazione della consistenza e del colore delle urine (colaluria);
- confusione;
- dolori localizzati nella parte alta e destra dell’addome;
- dolore al fianco;
- eccesso di colesterolo nel sangue;
- aumento eccessivo dei trigliceridi nel circolo sanguigno;
- calo di peso.
Fino a non molto tempo fa si pensava che bere abitualmente caffè potesse provocare/aggravare sintomi di questo tipo, ma diversi studi hanno dimostrato che le cose non stanno affatto così.
Caffè e fegato: il connubio positivo che non ti aspetti
Sebbene fino a qualche anno fa il consumo di caffè venisse demonizzato, ad oggi molte evidenze scientifiche hanno dimostrato che non esiste alcuna correlazione negativa della bevanda con la salute.
Dal 1991 al 2016, addirittura, la caffeina ha fatto parte della lista di sostanze cancerogene per gli esseri umani stilata dall’OMS. Si riteneva, infatti, che il caffè fosse responsabile di alcuni tipi di cancro e che ci fosse uno stretto legame tra caffè e malattie del fegato.
In particolare, il caffè era ritenuto uno dei responsabili della comparsa di cirrosi epatica, una patologia difficile da curare e che può favorire lo sviluppo di tumori al fegato. Di recente, però, l’AIRC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha evidenziato che non esistono prove scientifiche in grado di attestare il legame tra cancro e caffè.
Anzi, sembra che il consumo di caffè apporti una buona quantità di antiossidanti, se limitata e controllata. Inoltre, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un articolo sulla capacità del caffè di proteggere il corpo dall’insorgenza della cirrosi epatica.
Accanto a questi studi, tuttavia, è doveroso segnalarne uno piuttosto recente, condotto dalle celebri università inglesi di Southampton ed Edimburgo. A rendere noti gli esiti della ricerca è stato il Professor Paul Roderick dell’Università di Southampton, che ha pubblicato gli incredibili risultati ottenuti sulla prestigiosa rivista medica “BMC Public Health”. Ma cosa hanno evidenziato, di preciso, questi strabilianti risultati?
Ebbene, tutto è partito da un esperimento di diversi anni fa, cui hanno partecipato 494.585 persone, di età compresa tra i 40 e i 69 anni. Il gruppo è stato poi suddiviso in due sottogruppi più piccoli, formati da:
- 384.818 persone che bevevano abitualmente caffè;
- 109.767 persone che invece non lo avevano mai bevuto.
Per circa 11 anni, i ricercatori hanno tenuto sotto controllo la salute del fegato di tutti i partecipanti all’esperimento e, al termine di questo periodo, hanno registrato 3600 casi di malattia epatica cronica, comprensivi di 301 decessi, e 1839 casi di fegato grasso.
Ciò che ha sorpreso gli scienziati, tuttavia, è che pur avendo tenuto in considerazione fattori classici quali indice di massa corporea e consumo di alcol e fumo, è emerso che coloro che erano soliti bere caffè avevano il 20% di rischio in meno sia di sviluppare patologie croniche al fegato, sia di soffrire della sindrome del fegato grasso. E, per quanto concerne il tasso di mortalità provocato dalle suddette patologie croniche, il rischio corso dai bevitori di caffè risultava inferiore al 49%.
A questo punto, potresti legittimamente chiederti quante tazze di caffè erano soliti consumare al giorno questi individui tanto fortunati. Ebbene, lo studio ha fornito una risposta anche a questa domanda fondamentale, dimostrando che è possibile ottenere i suddetti benefici a fronte del consumo di circa 3 – 4 tazze di caffè giornaliere. Oltrepassata questa soglia, infatti, non è stato riscontrato alcun beneficio aggiuntivo.
Il caffè fa bene al fegato? Le conclusioni dello studio
Come qualsiasi altra ricerca scientifica, anche quella che ti abbiamo appena illustrato presenta delle inevitabili “falle”. Una di esse riguarda il fatto che le abitudini dei partecipanti allo studio si riferiscono al periodo precedente lo stesso, il che significa che eventuali variazioni sorte nel corso dell’esperimento non sono state tenute in considerazione.
Oltre a questo, è doveroso specificare che coloro che hanno partecipato erano perlopiù bianchi provenienti da un contesto socioeconomico tendenzialmente elevato, il che significa che i risultati ottenuti potrebbero essere differenti nel caso di persone provenienti da altri paesi e da un contesto più povero.
Tutto questo per dire che lo studio non è affatto terminato, in quanto si sta pensando di ampliarlo ad altri soggetti proprio per convalidare (o smentire?) le conclusioni raggiunte. Ciò detto, è comunque interessante riportare le affermazioni del Dott. Oliver Kennedy, l’autore principale di questo studio, che ha dichiarato: “Il caffè è ampiamente accessibile e i benefici che vediamo dal nostro studio potrebbero significare che potrebbe offrire un potenziale trattamento preventivo per le malattie croniche del fegato. Ciò sarebbe particolarmente prezioso nei paesi con un reddito basso e un accesso peggiore all’assistenza sanitaria e dove l’onore della malattia epatica cronica è più elevato”.
E se le cose stessero davvero così, significherebbe che la tua bevanda preferita non solo è buona, ma potrebbe perfino salvare delle vite! Una notizia che stravolgerebbe completamente le opinioni di coloro che il caffè lo hanno sempre “schifato” e ostracizzato.
Fermo restando che, noi che c’intendiamo di caffè, siamo i primi a consigliarti di prenderti cura del tuo fegato nella maniera corretta, adottando le sane abitudini che ti abbiamo precedentemente suggerito. Allo stesso tempo, tuttavia, ti suggeriamo anche di goderti questa bevanda con la massima serenità, magari con l’aiuto di una buona macchinetta.
Del resto, non è certo un segreto che se vuoi bere un buon caffè dovresti farlo con la macchina giusta. Ecco perché ti invitiamo a scoprire la macchina da caffè adatta a te, regalandoti un rilassante momento di piacere e migliorando al contempo la salute del tuo fegato!